I Tre virologi e Jingle Bells (neo inno demenzial vaccicoso)
Col titolo di “One Horse Open Sleigh” James Lord Pierpont la pubblicò nel 1857. Originariamente era stata pensata per celebrare il Giorno del Ringraziamento, ma in breve trasformata in Jingle Bells divenne la più popolare e diffusa canzone di Natale. Parlava della bellezza di vagare per la natura innevata d’inverno su una slitta aperta trainata da un cavallo e le campanelle che suonano, fra episodi di vita vera e magia. Sino ad ora…
I fatti…
Quando la mattina del 21 dicembre 2021, sui social, trovai il video non volevo crederci.
Sulle prime pensai si trattasse di un montaggio satirico creato ad arte da un qualche diabolico “no vax-negazionista-complottista”!
…Troppo stupido per essere vero!
…Troppo mal fatto e cretino per essere “opera” ufficiale, originale!
E invece…
E invece non solo l’aborto era reale, ma fortemente voluto e addirittura prodotto da uno dei programmi video-radiofonici a più alta diffusione: “un Giorno da Pecora” (beeeh, beeeh, …in effetti!).
Eccoli lì, tre delle più famose virostar che in simultanea e in coretto –fra il demenziale e il patetico e con sommo sprezzo del ridicolo- si trovano a “belare” ciascuno a modo proprio –storpiandolo- il motivetto natalizio per antonomasia cercando di trasformarlo in un commercial (spero per loro, ben retribuito) ad usum di bigpharma, e delle politiche neo dittatoriali ancelle del Grande Reset voluto da Davos e dal sistema bancario internazionale!
Un orrore. No, non solo: un errore! Anzi, di più: in via teorica la madre di tutti gli orrori/errori, ed ora vi spiego perché.
La parte estetica (si fa per dire)…
Caratterizzata da una qualità audio video da autoproduzione bulgara anni ’70 in super 8, per di più filtrata e taroccata con “effetto neve app-inclusive”, la cosa dovrebbe essere studiata negli anni a venire nelle scuole di cinematografia e comunicazione come esempio perfetto di eterogenesi dei fini in purezza.
Cioè, cosa NON fare se si vuol veicolare un messaggio vista la totale mestizia funesta dell’insieme!
Smontiamola pezzo per pezzo per capire…
I protagonisti
Dovrebbero essere la “scienza”, l’autorevolezza. E invece, appaiono con tre poveri cosi qualunque a tentare una sorta di karaoke di un testo che nemmeno conoscono, con risultati disastrosi! Due, addirittura “in camice”…
Risultato: Bombolo, Alvaro Vitali e Jimmy il fenomeno!
Leggono da un gobbetto. O è un “pizzino”? Boh…
Guardiamoli da vicino…
B, è il più infoiato. Pare quasi che ci creda –tanto, fiction per fiction…- ormai gli ci manca una comparsata in qualche porno e le ha fatte tutte! E’ il maestro di cerimonie. Quello più a suo agio…
P, usa anche la pennina per tenere il tempo (senza riuscirci), sforzandosi persino di fare l’unica cosa che, si capisce, non può e non vuole fare poiché aliena al suo essere: sorridere. E infatti a lui tocca la strofetta anaffettiva per elezione: “non baciare i nonni” (sia mai!!!). Ma ci prova, elargendo un ghigno che Gollum scansate!
C, sembra uno messo lì sotto sequestro: ci manca un giornale con la data e potrebbe essere scambiato per un poveretto costretto a recitare la parte con un mitra alla tempia! E te lo immagini circondato da incappucciati armati fino ai denti in un qualche covo segreto (ma non troppo). Non canta: biascica.
I contenuti…
D’accordo, sono anni, lustri, decenni che NON si vede uno straccio di autore decente in Italia. Nessuno, dico nessuno capace di imporsi in termini autorali al di fuori del circo mediatico-editoriale pateticamente solo e soltanto nazionale sostenuto dallo stato. Ma qui si è toccato davvero il fondo della botte dell’orrendo! Sia dal punto di vista formale, che contenutistico. Il testo infatti è scritto col piede sinistro, male. Il contenuto, è qualcosa di pazzesco. Un insulto alla logica e all’intelligenza in quanto tali.
Scomodo Jauss e la sua estetica della ricezione toccando il nucleo concettuale dell’ “orizzonte d’attesa”, e quel che emerge è sconcertante: se l’ “autore” ha potuto scrivere “se al bar vuoi andare a festeggiare ti devi vaxxinare”, significa solo che pensano che per il pubblico FESTA e NATALE non siano altro che un giro di bevute al BAR!
Il bar quale neo cattedrale dove per concessione governativo-megaziendale se ti buchi tutte le volte che vogliamo puoi andare a fare festa (pensa te che festa…?!).
Il bar…
Cioè, “noi pensiamo che siete bestie il cui più alto anelito di vita, spiritualità e libertà, sia il bar!”. Tutto lì. Né più né meno. Con menzione d’ordinanza al panettone… Il panettone!
In sintesi: noi pensiamo che siate gentucola di così poco conto, comperabile e ricattabile con un aperitivo e un panettone quali premio-carota!
Quale bestia corre dove vuole il padrone per una carota?
O un panettone…?
La cosa ha suscitato più di un’ilare reazione, sgomento persino, ma sempre e solo negli stessi circoli. Nelle stesse persone. Nei soliti profili. Poca cosa.
Poca cosa per un evento che nella sua insulsaggine, nella sua offensiva stupidità avrebbe dovuto dar vita ad un ruggito di ribellione pura per l’arroganza e la bassezza poste in essere, ché nessun essere raziocinante potrebbe mai tollerare di essere trattato a questo modo: come una manica di bambini deficienti! Peggio: bestie!
Una massa di ritardati, cloaca analfabeta nella quale riversare ogni sorta di sterco il circo mediatico mainstream sia in grado di concepire e poi produrre nella sicura arroganza che “’tanto ‘sti coglioni ormai si bevono tutto!” .
La tristezza della cosa (oltre al triste in sé)? E’ che con ogni probabilità, è VERO!
Intossicata da decenni di cibo spazzatura, farmaci spazzatura, TV spazzatura, politica spazzatura, culto dell’ignoranza e del nichilismo, la cittadinanza –nella sua forma massa- questo è: pattumiera!
Ovvero, mero contenitore vuoto a perdere da riempire con qualsiasi immondizia possa mai venire in mente al potere!
E infatti, già oggi è un altro giorno.
Di nuove restrizioni e menzogne, di imposizioni e coercizioni, di vite rovinate con il loro consenso, di nulla che si nutre di niente alla ricerca del sempre meno.
E il futuro che è sempre più nero.
Perché?
Ma perché in tempi seri, in una società sana, una cosa come questa avrebbe portato dovuto avere come logiche conseguenze comportamenti concreti: una selva di pernacchie da far succedere un terremoto, con l’azione conseguenza dei tre incatramati e impiumati ed esposti al pubblico ludibrio. E invece niente. Come se nulla fosse.
Perché è il nulla che comanda i più.
Dice: è gli altri? I sani e deconessi, i liberi e colti?
Amico mio, amica mia, se li vuoi trovare devi venire nel “bosco”. Fuori del tempo, fuori del mondo, fuori della società.
Là dove ci si sta organizzando in gran segreto per un futuro che ancora non si conosce, annunciato da un presente di gente ancora capace di sognare, amare e studiare mentre vive la vita per quel che è: una corsa misteriosa su una slitta fra foreste innevate trainati dal cavallo della fede più intatta.
In Dio, nell’Uomo e nell’Eternità.
E tutt’intorno gli angeli e le fate che brillano e suonano le loro campane per aiutare gli smarriti a ritrovare la strada verso l’Infinito.
Andrea Aromatico